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COP30: Plastic Free Onlus lancia l’allarme sul compromesso al ribasso

21 novembre 2025

La COP30 doveva essere la conferenza dell’azione, della chiarezza, del coraggio. Invece, ancora una volta, ci troviamo davanti a un accordo frenato da interessi che nulla hanno a che vedere con la tutela del pianeta”. Lo dichiara Silvia Pettinicchio, Global Strategy Director di Plastic Free Onlus, commentando l’intesa raggiunta a Belém nelle ultime ore.


Dopo giornate di negoziati serrati, la comunità internazionale ha optato per un compromesso che non migliora quanto deciso a Dubai nel 2023. “Non possiamo definirlo un passo avanti prosegue Pettinicchio –. Si tratta, piuttosto, di un passo di lato. Mentre la scienza chiede di accelerare, la politica continua a temporeggiare. E ogni anno perso nella transizione aumenta i costi umani, sociali ed economici della crisi climatica”.


Plastic Free denuncia con forza la debolezza del testo negoziale finale, che non prevede alcuna roadmap vincolante per l’uscita dai combustibili fossili, né menziona impegni concreti sulla riduzione delle emissioni nei settori più inquinanti. “Il testo finaleosserva Pettinicchioè un segnale preoccupante. Non solo arretra rispetto alle aspettative, ma toglie dal tavolo gli strumenti necessari per agire davvero: legalità, verificabilità, trasparenza”.


Anche la massiccia presenza delle lobby del fossile e dell’agribusiness preoccupa l’associazione: oltre 300 rappresentanti di questi settori hanno preso parte alla COP30. “Troppi attori inquinano più con la loro influenza che con le loro attivitàcontinua Pettinicchio –. Occupano spazi che dovrebbero essere riservati a chi difende il futuro, non a chi lo consuma”.


Ma nonostante le divisioni e lo stallo negoziale, non mancano segnali positivi. “Salutiamo con grande favore l’iniziativa annunciata da Colombia e Olanda – aggiunge una conferenza internazionale, prevista a Santa Marta nel 2026, per tracciare una vera roadmap di uscita dai combustibili fossili. È questo lo spirito che serve: coraggio, visione, concretezza”.


Plastic Free Onlus rilancia quattro richieste prioritarie per la comunità internazionale: una roadmap seria e verificabile per l’uscita da petrolio, carbone e gas; finanziamenti certi e accessibili per l’adattamento dei Paesi più esposti; la protezione effettiva dei diritti delle comunità indigene e dei difensori dell’ambiente; la riduzione immediata delle emissioni climalteranti nei settori industriali e agricoli più impattanti.


Il clima si salva dal basso, con azioni chiare e misurabili, e dall’alto, con decisioni politiche nette e coraggioseconclude Pettinicchio –. Non possiamo permettere che una COP simbolica diventi una conferenza svuotata di contenuto. Plastic Free continuerà a vigilare, denunciare e proporre. Perché la lotta alla crisi climatica non si gioca solo nei palazzi delle Nazioni Unite, ma ogni giorno, nelle scelte di ciascuno di noi”.

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